Eccolo lì che naviga in mezzo alla gente, volgendosi in qualche direzione che ancora non conosce, nonostante non sia più un giovinetto.
È il suo modo di viaggiare, di ributtarsi tra le strade. Ogni volta esce di casa come uno che si è sperso nel bosco, che non si ritrova.
Si volta, vede l’insegna, il nome del locale inizia a coincidere con quello in cui dovevamo incontrarci, la sfocata memoria comincia a far convergere il ricordo, lettera dopo lettera.
Entrando guarda attorno e mi scorge seduto al tavolo, poggiato alla vetrata che dà sull’esterno.
–Ciao Tonio, come va? Scusa il ritardo!– Continua a leggere –>
Interessante è questo pezzo a due voci. Due voci narranti differenti che osservano gli altri da due angolazioni diverse. In mezzo tra loro altri due personaggi. Uno, Giano Rampini, un autore visionario e inguaribilmente volto alla ricerca del successo secondo i suoi canoni, L’altra, Sonia, che appare di sfuggita.
Non conosco il seguito ma l’incipit è promettente e invoglia a leggere il resto.
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é il primo pezzo che ho scritto su Giano, risale a diverse ere addietro, in quella breve fase della mia vita in cui vivevo nella città eterna, credo.
Mi sembrava giusto iniziare con questo, e sto pensando di postare altri brani di Giano, anche se non sono certo di voler seguire l’ordine del romanzo.
Grazie per l’apprezzamento, molto accurato.
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